La tarda primavera e l’inizio dell’estate sono il periodo in cui avviene lo sfarfallamento di un piccolo insetto (lunghezza variabile fra i 3 e i 5 mm) denominato Anobium Punctatum, tarlo che si nutre del legno, creando non solo danni a manufatti in opera (travi, infissi e parquet) e a mobili e arredamenti in genere, ma anche pesanti fastidi all’uomo. Questo avviene a causa di Pyemotes ventricosus, un acaro parassita (simbiotico) piccolissimo (lunghezza circa 0,5 mm), che attacca e procura punture molto dolorose alle persone per contatto, provocando ponfi rossi con una punta biancastra al centro in rilievo, anche in parti del corpo coperte (pancia, braccia, torace, spalle, schiena). Si tratta di punture che producono nel maggior numero dei casi dermatiti allergiche, ma che possono causare anche malessere generale, febbre, mal di testa e vomito: il dolore per tali punture si può manifestare anche dopo 24 ore dall’aggressione.
“Di fronte a problemi del genere – spiega Gianni Laurenzi, direttore tecnico di Sochil Verde – è assolutamente necessario affrontare la situazione analizzando due aspetti ben precisi: da una parte quello sanitario per una cura adeguata, che, ovviamente può essere risolto rivolgendosi ad un medico o meglio ad un dermatologo, dall’altra quello che ci riguarda più da vicino, ovvero scoprire la causa del problema a monte ed attivare un’azione di disinfestazione per eliminare sia il tarlo che l’acaro parassita. Può accadere che una persona sia stata punta da Pyemotes, frequentando un’abitazione infestata da tarli, ma molto più frequentemente il problema è da ricercare e scovare dentro le proprie mura domestiche. L’ispezione che mettiamo in atto in questi casi ci permetterà di capire dove sono localizzati i tarli e i loro parassiti e di proporre la soluzione più idonea per avere la meglio su questi fastidiosi infestanti”.
“Se l’infestazione proviene da un mobile – continua Laurenzi – è possibile intervenire tramite sistemi fisici in due modalità: con l’utilizzo del calore si porta a circa 55° la temperature del manufatto, causando la morte dei tarli in tutti gli stadi di vita (uova, larva e adulto) oppure con l’utilizzo di gas (anidride carbonica o azoto). In quest’ultimo caso l’arredo viene “impacchettato”, creando uno stato di assenza di ossigeno, procurando lo stesso effetto, ovvero l’eliminazione dell’infestante. L’operazione tramite il calore può avvenire direttamente nell’abitazione o anche presso la nostra sede, all’interno della camera termica che abbiamo allestito da qualche mese. Quando, al contrario, sono da trattare strutture in legno fisse, la soluzione è più complessa e si può prevedere un trattamento con prodotti chimici, che avviene ad esempio pennellando o iniettando le superfici interessate dai tarli e conseguentemente dal loro fastidioso parassita”.
Per una consulenza e un sopralluogo, i tecnici Sochil Verde sono a disposizione, contattando una delle nostre sedi: Mosciano S. Angelo (Teramo), tel. 085.8071558 – Forlì, tel. 0543.1802235, oppure inviando una e-mail a info@sochilverde.it.