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Disinfestazione e sostenibilità ambientale: un processo avviato da perfezionare

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Quando si affronta il tema della disinfestazione una delle prime questioni che sorgono spontanee, oltre alla necessità di sconfiggere l’infestante, è senza dubbio quello della tossicità dei prodotti che vengono utilizzati durante i trattamenti e la conseguente pericolosità per gli esseri umani e per i cosiddetti animali non bersaglio E’ un aspetto cruciale sul quale sia a livello comunitario che nazionale la tendenza va nella direzione di una sostanziale limitazione delle autorizzazioni per l’uso di tali sostanze. Da tempo quindi, a fronte di tale situazione, sono emerse soluzioni sostitutive, basate su sistemi alternativi di lotta, grazie ai quali è possibile intervenire ed ottenere buoni risultati.

“E’ il caso per esempio – spiega Dino Gramellini, presidente di Sochil Verde – degli interventi sulle cimici dei letti, un’infestazione abbastanza ricorrente in alberghi e in strutture ricettive in genere. Per eliminarle sono tre i possibili sistemi sostenibili: innanzitutto l’irrorazione delle superfici da trattare con vapore secco a 180°, in grado di eliminare sia l’insetto che le sue uova, in secondo luogo l’utilizzo del calore, portando la temperatura del locale interessato dall’infestazione a circa 60°, tramite l’utilizzo di un’attrezzatura programmabile che raggiunge in circa un’ora la temperatura richiesta. In questa condizione “climatica” si eliminano le forme viventi in ogni stadio di sviluppo. Infine è interessante anche l’utilizzo di polvere di Diatomee (alghe fossili), sostanza del tutto naturale che, tramite uno strumento specifico, viene distribuita nelle zone oggetto dell’infestazione e non consente la respirazione agli insetti che ne vengono in contatto, procurando loro la morte”.

In termini di lotta agli insetti (specie nelle imprese alimentari) sono in crescita le attività di lotta biologica – confusione sessuale – tramite feromoni sessuali: specificatamente per i lepidotteri, il disorientamento dei maschi non ne permette l’accoppiamento e quindi la riproduzione. I feromoni, ovvero sostanze attrattive e di aggregazione inserite all’interno di trappole a colla o a imbuto (differenziate per tipologia di insetti da contrastare), vengono impiegati da tempo per i monitoraggi ed in alcuni casi anche per la cattura massiva. Per quanto riguarda la confusione sessuale risulta molto interessante il fatto che l’effetto di questa tipologia di lotta presenta, oltre che caratteristiche di innocuità per le persone, anche una durata maggiore in termini di rilascio dei feromoni (circa 90 giorni), rispetto all’azione dei normali insetticidi.

“In materia di contrasto agli insetti (zanzare, mosche, formiche) – ribadisce Gramellini – è in crescita l’utilizzo di disabituanti o repellenti, ovvero di sostanze che non li eliminano, ma che li tengono a distanza. Si tratta di prodotti naturali (che vengono nebulizzati o irrorati), il cui principio attivo è a base di estratti di piante: un esempio tipico sono i repellenti a base di Geraniolo, un biocida naturale testato dalla comunità scientifica internazionale, in termini di efficacia contro le zanzare. Va da sé che, rispetto alle disinfestazioni tramite insetticida, quelle con prodotti repellenti sono da effettuare con maggior frequenza per avere efficaci risultati”.

Stanno affermandosi anche percorsi di lotta biologica tramite l’utilizzo di insetti utili, già da tempo impiegati ad esempio nell’ambito degli allevamenti di bestiame interessati da forti presenza di mosche. La base di questo processo sta nel fatto che ogni insetto nocivo ha un proprio antagonista ed è proprio quest’ultimo (definito parassitoide) che viene rilasciato tramite veri e propri lanci con specifici contenitori nell’ambiente da trattare, in una quantità numerica che dipende dalla superficie interessata dall’infestazione, con l’obiettivo di fungere da predatore degli insetti dannosi.

“Nell’ambito della derattizzazione – continua Gramellini – un supporto sostenibile e non invasivo ci viene offerto anche dall’elettronica: abbiamo la possibilità, tramite trappole gestite da specifici software, di monitorare gli ambienti dove sono installate, di capire se sono presenti roditori, di individuarne la specie e di ottenere le informazioni anche tramite un alert sul cellulare. Il monitoraggio, quindi, diventa estremamente importante anche in termini di sostenibilità, in quanto, posizionando esche biocide solo nel caso di una reale presenza, di fatto viene limitato l’uso di tali sostanze. Ma la tecnologia non si ferma qui: tramite l’utilizzo di specifiche trappole con chiusura automatica e con emissione di scariche elettriche ad alta tensione si giunge all’eliminazione immediata del roditore senza l’impiego di alcuna sostanza chimica”. Già da tempo si impiegano specifiche trappole a cattura multipla, di grandi dimensioni, che permettono la cattura continua e la soppressione immediata dei roditori, tramite un sistema di caduta in un contenitore con liquido specifico.

A fronte a questo scenario più riflessioni sorgono spontanee: prima fra tutte l’efficacia dei trattamenti alternativi e, in secondo luogo, anche la loro sostenibilità economica. “Come disinfestatori professionisti – conclude Gramellini – noi di Sochil Verde siamo costantemente attenti all’evoluzione e al miglioramento di queste soluzioni alternative, in merito alla loro efficacia. Oggi come oggi, dato per acquisito il valore della sostenibilità ambientale, ritengo comunque sia necessario ragionare in termini di obiettivi intermedi. Ciò significa che, introducendo queste innovazioni integrate con l’uso oculato di biocidi, si raggiunge uno scopo non indifferente, ovvero la limitazione dell’utilizzo di questi ultimi, che di fatto rappresenta un buon passo verso la sostenibilità. Solo in tempi medio lunghi, a seguito di ulteriori evoluzioni in termini di efficacia e ad una produzione su larga scala che ne contenga i costi (ad oggi molto più elevati rispetto ai trattamenti chimici), si potrà giungere ad una disinfestazione veramente libera da sostanze dannose”.

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