Quando si parla di tarli del legno, quasi sempre il protagonista è lui, Anobium Punctatum, un piccolo insetto con una lunghezza che può variare dai 3 ai 5 millimetri e che si nutre della polpa del legno, creando di fatto danni considerevoli all’interno delle abitazioni sia a manufatti in opera, ovvero travi, infissi e parquet, che a mobili e arredamenti in genere.
Questi tipi di infestanti – forse non tutti lo sanno – procurano non solo gli evidenti danni al materiale di cui sono ghiotti, ma causano anche fastidi indiretti, a causa dei due principali parassiti che vivono in simbiosi con loro e che possono procurare punture molto dolorose all’uomo: si tratta di Scleroderma domesticum, un piccolo insetto che presenta più o meno le dimensioni di Anobium e che si nutre delle sue larve e Pyemotes ventricosus, un acaro invisibile (misura circa 0,5 millimetri) che vive sul tarlo e colonizza ambienti legnosi. Il primo punge l’uomo, iniettandovi il medesimo veleno con cui attacca le larve, procurando forte dolore e una manifestazione esterna nella forma di papule rossastre e dure, che, in soggetti particolarmente sensibili, possono sviluppare reazioni come l’orticaria o anche la febbre. Il secondo non è da meno: le sue punture, anch’esse molto dolorose, causano ponfi rossi con una chiazza biancastra al centro in rilievo e producono dermatiti allergiche, che si possono manifestare anche dopo 24 ore dall’aggressione. La forte capacità riproduttiva di questo acaro, unita ai danni verso le persone che può causare, implica interventi risolutivi per eliminare alla radice il problema.
“Come in ogni contesto interessato da un’infestazione – spiega Dino Gramellini, presidente di Sochil Verde – è necessario partire da un’approfondita ispezione sui luoghi in cui si è evidenziata la presenza di tarli e dei suoi fastidiosi parassiti. Se siamo di fronte ad un mobile è possibile intervenire tramite sistemi fisici in due modalità: con l’utilizzo del calore si porta a circa 55° la temperature del manufatto, causando la morte dei tarli in tutti gli stadi di vita (uova, larva e adulto) oppure con l’utilizzo di gas (anidride carbonica o azoto). In quest’ultimo caso l’arredo viene adeguatamente “impacchettato”, creando uno stato di totale assenza di ossigeno, procurando lo stesso effetto, ovvero l’eliminazione dell’infestante. Quando, invece, l’obiettivo è il trattamento di strutture in legno fisse, l’unica soluzione rimane il trattamento con prodotti chimici, che avviene pennellando o iniettando le superfici interessate dai tarli: si tratta di un’azione, che, rispetto alle precedenti, garantisce risultati più duraturi nel tempo”.
E’ importante ricordare che nel maggior numero dei casi queste infestazioni hanno una precisa stagionalità, che va dalla primavera a tutta l’estate, in quanto la sfarfallatura e la conseguente riproduzione di Anobium Punctatum avvengono proprio nei mesi primaverili. E’ quindi consigliabile, in tale periodo, un’ispezione accurata su tutti i supporti in legno presenti in casa.