La conferenza sul tema “Gestione del Controllo dei Culicidi”, promossa da AIDPI (Associazione Imprese Disinfestazione Professionali Italiane) e svoltasi a Rimini nelle giornate del 2 e 3 dicembre, è stata l’occasione per un’approfondita riflessione che ha coinvolto Istituzioni Pubbliche, aziende di Pest Control e fornitori di prodotti ed attrezzature, per fare il punto sulla diffusione delle zanzare e sulle tecniche di controllo, monitoraggio e lotta sia nella fase larvicida che in quella adulticida. All’evento ha partecipato anche una delegazione di Sochil Verde (nella foto), guidata dal presidente Dino Gramellini, che fra l’altro ricopre anche il ruolo di vice-presidente della stessa AIDPI.
“L’obiettivo di questo evento – spiega Dino Gramellini – è stato quello di identificare un punto d’incontro fra più aspetti che riguardano il controllo dei culicidi, ovvero le nuove normative, le linee guida Regionali, le esigenze delle imprese di disinfestazione e dei loro clienti. Un compito non facile perché da una parte le disposizioni legislative spingono per privilegiare la lotta larvicida e le ispezioni periodiche, ricorrendo ad interventi adulticidi solo in caso di necessità, dall’altra gli utenti, specie nel periodo estivo di massima diffusione delle zanzare, pretendono soluzioni risolutive al problema, ben consci non solo del fastidio che viene procurato da tali insetti, ma anche dei rischi in termini di trasmissione di patologie complesse. In più c’è un’altra questione di non poco conto che complica le attività delle nostre imprese impegnate su più territori: le linee guida Regionali differiscono da Regione a Regione, creando difficoltà nelle fasi operative e implicando una fase di studio e conoscenze delle regole, a seconda delle zone in cui si interviene. C’è poi un aspetto su cui è opportuno essere molto chiari: comincio ad avere seri dubbi sul fatto che le nostre imprese siano gli unici referenti, per gli enti pubblici, per avviare un confronto sulle modalità di intervento. Dico questo perché ad oggi in Italia le attività di disinfestazione svolte da imprese di Pest Control sono purtroppo a livello numerico sempre più una minima parte, in quanto l’attività di disinfestazione viene svolta direttamente da privati, giardinieri e da manutentori per lo più espressione del lavoro sommerso. Il paradosso, quindi, è ben evidente: noi come imprese professionali vogliamo lavorare nel rispetto delle regole, ma il mercato è in larga parte sostanzialmente in mano ad altri, favoriti dalla grande abbondanza di prodotti ed attrezzature (tutti di libera vendita) disponibili nei Centro Fai da te e anche online”.
Questo stato di cose produce una situazione fin troppo ovvia: a fronte di tutte le regole e le limitatezze che giustamente le imprese professionali spiegano ai loro possibili clienti (specie i privati), questi ultimi, desiderosi di risolvere il problema, si rivolgono ad altri interlocutori, che in maniera disinvolta, affrontano il problema, senza il ben che minimo rispetto di quanto prescrivono le normative e le linee guida territoriali. Ci si chiede, quindi, come si possa uscire da questa situazione, che appare sempre più un vicolo cieco, senza apparenti vie d’uscita.
“L’unica strada – ribadisce Gramellini – è quella di un franco confronto fra istituzioni e imprese professionali, perché in primo luogo si riescano a identificare le reali problematiche del settore e in secondo luogo si adottino strategie che possano superare il contesto attuale di sanzioni e divieti, nel rispetto di regole base d’intervento. Serve poi un riconoscimento delle competenze dei disinfestatori, che li ponga su un piano diverso rispetto a privati e manutentori, restringendo l’operatività di questi ultimi ed allargando quella dei professionisti, le cui conoscenze di infestanti, attrezzature e prodotti, sono una garanzia anche per interventi in fase di criticità. Come AIDPI, proprio a seguito della conferenza di Rimini, abbiamo dato massima disponibilità per essere coinvolti su diversi tavoli di confronto sia nei contesti Regionali che in quello Ministeriale”.
C’è un’altra questione piuttosto scottante nel medio periodo che crea instabilità non da poco: la situazione transitoria che riguarda i PMC (Presidi Medico Chirurgici), che dovrà sfociare in nuovi formulati nella definizione di Biocidi, è ancora densa di incertezze: non ci sono, ad oggi, Biocidi adulticidi registrati per trattamenti in esterno contro le zanzare. Questo aspetto alimenta, ancora di più, il clima di totale confusione nel settore.
“Nel corso dell’evento – conclude Gramellini – sono stato coinvolto in una Tavola rotonda sul tema degli impianti automatici e programmabili e sull’impiego di repellenti ed insetticidi: si tratta di una soluzione interessante in quanto permette di intervenire nel momento di massima criticità dell’infestazione di zanzare. L’impiego dei repellenti, prodotti meno lesivi dell’ambiente rispetto ai classici insetticidi può essere, quindi, una pista promettente da seguire proprio perché sembra possa coniugare la sostenibilità con l’efficacia del trattamento. E’ necessario, comunque, che il confronto che avvieremo con le istituzioni parta da un punto fermo: la lotta larvicida è fondamentale e di primaria importanza, ma molte volte non sufficiente per sconfiggere le zanzare, specie in questo periodo in cui altre specie (ad esempio aedes koreicus) si stanno affacciando sui nostri territori.”